La politica nella comunità rurale

Bassano e l’Università di Rosà tra ricerca di autonomia e conflitti interni

Tra Quattro e Cinquecento il territorio del comune di Bassano diventa meta di un intenso flusso migratorio: in pochi decenni, boschi e pascoli vengono ridotti a coltura, nascono nuove contrade e si erigono nuove chiese. Di pari passo con questi cambiamenti, matura nella popolazione la coscienza di appartenere a una comunità culturalmente distinta dal centro urbano. La nascita dell’Università di Rosà, riconosciuta dalle autorità veneziane nel 1518, sembra realizzare l’aspirazione all’autonomia. In realtà, le rivendicazioni mosse dagli abitanti di Rosà si scontrano con la dura opposizione del ceto dirigente urbano in una contesa che si sviluppa sino alla caduta della Serenissima e che vede schierati su fronti opposti patrizi veneziani, nobili forestieri, cittadini e popolani bassanesi, gruppi rurali, tutti pronti a difendere i propri interessi, in uno scenario che apre squarci inediti per lo studio delle forme di conflitto nelle comunità venete di antico regime.

Francesco Vianello (Bassano del Grappa, 1968) è dottore di ricerca in storia economica e sociale e svolge attività di ricerca presso il Dipartimento di Storia dell’Università di Padova. Oltre al volume Seta fine e panni grossi. Manifatture e commerci nel Vicentino. 1570-1700 (Milano, 2004), ha pubblicato diversi saggi su mercanti, imprenditori e manifatture nel Veneto moderno e contemporaneo e sulla gelsibachicoltura nell’Italia ottocentesca.

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