Dela donason de Pava fatta a Cangrande

Volgarizzamento di Lazzaro de’ Malrotondi
del De Traditione Padue ad Canem Grandem
anno MCCCXXVIII mense septembris et causis precedentibus
di Albertino Mussato

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L’uso del volgare padovano – eccezion fatta per i pochissimi documenti risalenti al Duecento e comunque di origine incerta – si attesta nel corso del secolo XIV. Legato soprattutto alla presenza della signoria dei Carraresi, il volgare entra progressivamente nei documenti pubblici, negli statuti corporativi, nelle cronache della città, e segna sull’ultimo scorcio del secolo un bilancio decisamente positivo. Agli inizi del Quattrocento, anche Francesco Novello lo preferisce al latino e lo usa nella sua corrispondenza privata. Vi sono quindi buone probabilità che il volgarizzamento firmato Lazzaro de’ Malrotondi del De Traditione Padue ad Canem Grandem anno MCCCXXVIII mense septembris et causis precedentibus, scritto da Albertino Mussato alla fine degli anni venti del Trecento, fosse stato commissionato – nonostante il suo palese carattere di libello anticarrarese – proprio dalla signoria locale, come testimonierebbe una volta di più l’impiego del padovano, usato a dispetto delle origini trevigiane del traduttore.
Nel De Traditione vengono esposti gli avvenimenti successivi all’arrivo di Marsilio da Carrara, divenuto signore di Padova nel 1325: appoggiato dall’Imperatore, Marsilio aveva represso con forza la dissidenza delle famiglie nemiche, senza riuscire tuttavia a consolidare il suo potere, tanto da favorire alla fine l’avvento a Padova dell’avversario scaligero nella persona di Cangrande. Tra gli esiliati, lo stesso Mussato, che avrebbe rimproverato a Marsilio la perdita della libertà comunale.
Il testo, qui riproposto in edizione critica da Aulo Donadello, restituisce un documento di eccezionale importanza sotto il profilo linguistico e storico, frutto della gloriosa stagione culturale veneta tra Preumanesimo e periodo comunale.

Aulo Donadello si è laureato a Padova con una tesi in filologia romanza nel 1962. Ha insegnato per trent’anni italiano e latino al liceo scientifico. Nell’ambito universitario è stato per più di un decennio assistente alla cattedra di Filologia romanza di Magistero. Nel 1998 ha conseguito il dottorato di ricerca in filologia romanza e italiana. Si è occupato per lo più di traduzioni e volgarizzamenti veneti medievali, curando, tra l’altro, l’edizione del Tristano Veneto e del Lucidario in volgare veronese. Attualmente è cultore di Filologia romanza presso l’Unversità di Padova.

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