Venezia nel secondo dopoguerra

Venezia 1992: poco più di 75.000 abitanti. Venezia 1950: poco meno di 185.000 abitanti. In quarant’anni circa la popolazione è diminuita di 110.000 abitanti. Com’è potuto avvenire questo esodo? La città diviene all’esordio della Repubblica un laboratorio dei partiti di sinistra che ne reggono l’amministrazione, e del movimento operaio, che sperimenta una delle esperienze di maggiore concentrazione e conflittualità nel polo industriale di Marghera. La contraddizione è la costante di Venezia e del suo centro storico, attanagliato tra le operosità tradizionali e del porto commerciale, le residue attività artigianali e industriali, e attratto fatalmente dalla sempre più marcata vocazione culturale e turistica. E anche di Mestre, che rivendica la sua elezione produttiva collegata a Marghera e si propone come nuovo insediamento urbano. Una Venezia dunque aperta alla reinvenzione del proprio destino e, insieme, esposta al rischio della dissoluzione.

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