La semplicità ingannata

Edizione critica e commentata

a cura di

presentazione di Daria Perocco

Arcangela Tarabotti (1604-1652) entrò giovanissima nel monastero di Sant’Anna di Venezia, dove passò il resto della vita in stretta clausura, scoprendo in realtà ben presto come la propria vera vocazione fosse quella letteraria. Autodidatta, impiegò il proprio talento per rilevare i motivi che erano alla base della monacazione forzata, giungendo ad analizzare il più ampio contesto politico ed economico in cui maturava l’oppressione delle donne e denunciando le ingiustizie perpetrate a loro danno dagli uomini. La semplicità ingannata, pur essendo un’opera giovanile, è un prodotto maturo e adulto: un duro “J’accuse” e un libro-guida per tutte le successive deviazioni intellettuali ed elaborazioni dell’autrice in cui convivono tematica “claustrale” e tematica “femminista”, denuncia degli abusi dell’autorità familiare nel decidere la sorte della donna e, insieme, piena rivendicazione della sua libertà e della sua dignità, di un’emancipazione laica e mondana.

Simona Bortot è dottore di ricerca in Italianistica e Filologia classico-medievale presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Si occupa di letteratura italiana del Cinque e Seicento, con una particolare attenzione all’ambiente veneziano.

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