Ironico, sornione, beffardo, curioso, ma anche coerente, disincantato, superbo: Luigi Migliorini sa bene che l’io non è un’entità granitica, scolpita nella roccia e immodificabile. Quella cosa mutevole e sfaccettata che chiamiamo personalità può essere colta solo per barlumi sulla superficie della nostra vita. Perché, come dice Hegel, «non c’è niente di più profondo di ciò che appare in superficie». Ed è per questo che, senza dare regole o imporre visioni, il nostro eccentrico liberale, come un novello Montaigne, ci guida in una sorta di autobiografia per aneddoti scanzonata e incalzante, avendo sempre inmente la domanda: “come vivere?”. Non certo con la pretesa di dare una risposta, ma per indicare una possibilità o, meglio, un “tono” su cui accordare la propria esistenza.
«Questo Luigi Migliorini è fantastico. Raramente mi è accaduto di leggere un libro di un fiato, non trascinato dal racconto, ma dal ritmo del pensiero incalzante, senza una pausa, dove entrano aneddoti, riflessioni, buone letture e molta musica» Vittorio Sgarbi