La contingenza dell’incontro. Pensare l’evento tra filosofia e psicoanalisi: un’intervista a Massimo Recalcati
Nel Seminario XX del 1972-1973, intitolato Ancora, lo psicoanalista francese Jacques Lacan affronta la questione dell’incontro d’amore nel segno della “contingenza”. Se Freud aveva inteso l’amore prevalentemente in chiave platonico-hegeliana, come passione narcisistica che permette al soggetto di ricomporre – attraverso l’Altro – una propria unità immaginaria, Lacan sviluppa in questo Seminario la teoria della contingenza dell’incontro d’amore riformulando in modo originale le categorie modali della logica di Aristotele – necessità, impossibilità, contingenza – e dando così avvio a una riflessione sull’incontro tra i sessi che avrà molta fortuna tra la fine del XX e l’inizio del XXI secolo.
Una dimensione inafferrabile, non riconducibile ad alcun ordine causale, con la quale filosofi, psicoanalisti e teologi di provenienze diverse si sono confrontati nel numero di «Paradosso. Rivista di filosofia» dedicato a La contingenza dell’incontro. Pensare l’evento tra filosofia e psicoanalisi, a cura di Massimo Recalcati, Cristina Guarnieri, Giuseppe Armogida. In un’ampia intervista Recalcati ripercorre i momenti salienti della riflessione lacaniana e indaga la contingenza nelle diverse dimensioni attraversate dal suo itinerario di ricerca: nel processo di soggettivazione e sessuazione, nell’impossibile rapporto sessuale, nell’amore come a-muro, nella relazione padre-figlio o nel transfert tra psicoanalista e analizzante; infine, nell’atto artistico e nell’esperienza della grazia, poiché, come afferma lo psicoanalista, «la Grazia è nell’ordine proprio di una visitazione. È l’incontro con il segreto, con l’inaccessibile, con il reale irrappresentabile. [...] Maria non si è chiusa davanti all’impossibile. Ha detto di “Sì!”. Ecco, essere nella Grazia significa innanzitutto dire: “Sì!”. [...] Essere nella Grazia in termini psicoanalitici significa non sottrarsi alla contingenza dell’evento. È una trasfigurazione del desiderio».
Ogni amore sorge nella contingenza di un istante che spezza l’automatismo della necessità e sospende l’impossibile. Contingenza è «ciò che cessa di non scriversi», sostiene Lacan. Ovvero: una scrittura dell’inedito, dell’incalcolabile. Una interruzione improvvisa che scardina ogni forma di determinismo. Qualcosa di nuovo si scrive. Accade.