Le novelle di Giovanni Brevio

Edizione critica

a cura di

presentazione di Dria Perocco

Conosciuto quasi esclusivamente per aver plagiato il Belfagor arcidiavolo di Machiavelli, Giovanni Brevio è presente in realtà a pieno titolo nel panorama culturale della Venezia di inizio Cinquecento: amico di Pietro Bembo e dell’Aretino, ebbe contatti personali ed epistolari con alti prelati, docenti, poeti, filosofi. Fu cultore delle lettere latine e volgari, studiò filosofia e si dilettò nell’arte poetica. La sua condizione di monsignore non gli impedì di scrivere novelle dal gusto libertino e boccaccesco, o addirittura intrise di satira bonaria nei confronti dell’ordine fratesco. La licenziosità di molti dei racconti qui raccolti valse all’intera opera la condanna dell’Inquisizione e l’inserimento nell’Indice dei libri proibiti. Di facile e piacevole lettura, grazie a uno stile piano e scorrevole, le novelle comiche di Giovanni Brevio meritano di essere annoverate tra la migliore produzione novellistica del nostro Rinascimento.

Sabrina Trovò, laureatasi in Lettere presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, dove vive e lavora, si è occupata del Cinquecento veneziano e della novellistica rinascimentale. Questa è la sua prima opera.

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