L’ultima amica

Lettere a Carmen Bernt (1965-1970)

a cura di

presentazione di Mario Isnenghi

Vibranti e appassionate, le lettere-letteratura di Elody Oblath Stuparich sono un percorso intellettuale e sentimentale che ci consegna, rielaborate a mezzo secolo di distanza, le vicende vissute accanto a Scipio Slataper e al marito Giani Stuparich nella Trieste Mitteleuropea del primo Novecento. In questo epistolario a una voce sola – le lettere di Carmen non si sono conservate – i piani d’interesse e di lettura sono di una rara ricchezza e molteplicità: Elody ripercorre criticamente la propria esistenza sentimentale, riflette sulla propria esperienza matrimoniale, delinea i confini dell’amore, riconoscendo in Carmen – con una autonomia di pensiero che non teme “scandalo” – l’unico vero amore della propria vita.
Amante della letteratura e della musica, dotata di una sensibilità acutissima e di un carattere soffertamente ombroso, Elody cercò per tutta la vita uno sbocco alle infinite contraddizioni della sua intelligenza vivida e problematica. Il cruciale e drammatico nodo sentimentale vissuto nell’anteguerra, la perdita di Slataper, le riflessioni dolorose sugli esiti di un irredentismo attraversato con giovanilistica retorica restarono l’esperienza più profonda e meno risolta della sua vita, assieme al matrimonio con Stuparich (e alla separazione da lui negli ultimi anni) e alla maternità, accettata ma non desiderata. Nel 1965, quando conobbe per caso Carmen Bernt, Elody aveva 75 anni ed era costretta all’immobilità dalla malattia; nell’amica, più giovane di lei di sedici anni, riconobbe ciò che fino a quel momento non aveva trovato: una persona capace di penetrare nel segreto e ribollente mondo dei suoi pensieri, un “alter ego” disposto a sintonizzarsi su una lunghezza d’onda non comune, fatta di amore e disperazione, egocentrismo e ansia di assoluto, bisogno di esprimere e soprattutto di scrivere. «Mi sono sempre realizzata scrivendo», le confessa. E la forma epistolare le consente allo stesso tempo un dialogo e un monologo, l’abbandono e la confessione diaristica.
Carmen Bernt Furlani viveva a Gorizia. Donna colta e originale, ex allieva del poeta Biagio Marin, seguì Elody in un segreto scambio di intimità, disserrando con il proprio affetto e il proprio sincero “controcanto” (come esse lo chiamano) un mondo sepolto, che si rivela straordinariamente ricco.

Elody Oblath nasce nel 1889 a Trieste da una ricca famiglia borghese. Il padre è di origine ebrea-ungherese, la madre è veneta. Nei primi anni del secolo stringe amicizia con Luisa Carnel e Anna Pulitzer. Insieme saranno le “tre amiche” di Scipio Slataper, che Elody conosce nel 1909. Nel 1919 sposa Giani Stuparich. Nel periodo tra le due guerre comincia a porre ordine nei suoi epistolari e assiste il marito nella produzione letteraria. Nel 1938 Elody iniza a subire le tristi conseguenze dell’antisemitismo. Muore a Trieste nel 1971.

Gabriella Ziani vive a Trieste. Giornalista della redazione culturale del «Piccolo», si occupa di letteratura femminile e triestina.

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