Antenati a Costantinopoli

Esuli italiani negli anni del riformismo ottomano 1828-1878

Durante i travagliati anni del Risorgimento, dalla penisola italiana furono in molti a volgere lo sguardo verso Oriente, verso una Costantinopoli in fermento nella quale era stato avviato uno straordinario processo di rinnovamento politico e culturale. Due società, quella italiana e quella ottomana e multietnica di Istanbul, legate da una eccezionale rete di affinità, cospirazioni, scambi di idee e speranze riformiste e rivoluzionarie, all’ombra delle trame ordite da Inghilterra, Francia e Russia per portare avanti i loro progetti di espansione e dominio dei nuovi mercati capitalistici internazionali: questo il meraviglioso affresco storico che ci viene restituito dall’autore, sulla base di una pluriennale ricerca bibliografica e di archivio in molteplici lingue e paesi.
Il volume ripercorre le vite e le avventure di alcuni esuli italiani che giunsero nella capitale ottomana, finendo per essere coinvolti nei rivolgimenti in corso. Attraverso le loro storie, tassello dopo tassello, si rivela un mondo sconosciuto e imprevedibile, che sembra riemergere all’improvviso dalle tenebre in cui è stato tenuto da decenni di stereotipi e pregiudizi sul mondo politico e culturale di quel grande impero dalle cui ceneri è sorta la Turchia moderna: migranti in fuga e progetti di modernizzazione urbana, le insurrezioni del 1848 e la Comune di Parigi, l’inaugurazione del canale di Suez, i quadri pornografici di Courbet, la deriva turcofoba di Garibaldi, l’iniziazione alla massoneria del futuro sultano ottomano Murat...
Antenati a Costantinopoli riesce così nell’impresa di fornire una rappresentazione vivace e allo stesso tempo rigorosa dei rapporti tra Risorgimento italiano e riformismo ottomano, rendendo evidente quanto quegli eventi storici ci siano in realtà ancora estremamente vicini, anche perché, come affermato da Walter Benjamin dall’esilio parigino, «il XIX secolo è il sogno da cui bisogna risvegliarsi: un incubo che peserà sul presente finché il suo incantesimo non sarà spezzato».

Luis Miguel Selvelli, cultore di storia tardo-ottomana, lavora come traduttore letterario da inglese, turco e spagnolo per numerose case editrici italiane, tra cui il Saggiatore, Rizzoli, Passigli e Neri Pozza. Dal 2007 si è trasferito a Istanbul sulle tracce dei suoi antenati italiani e levantini che vissero nella grande città tra il 1850 e il 1950, fra i quali figura il trisnonno Italo Selvelli, compositore nel 1909 dell’ultimo inno nazionale dell’impero ottomano.

eventi / presentazioni »

non ci sono prossimi eventi associati alla pubblicazione

IL POLIGRAFO casa editrice

via Cassan, 34 (piazza Eremitani)
35121 Padova
tel 049 8360887
fax 049 8360864
casaeditrice@poligrafo.it
P.IVA 01372780286

© 2023 IL POLIGRAFO casa editrice