I disegni del Principe

La collezione di Alberico XII Barbiano di Belgioioso al Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco

Al principio dell’estate del 1943, alla vigilia dei bombardamenti sulla città di Milano, al Castello Sforzesco si procedeva all’inventariazione di un patrimonio di quattrocento disegni e quasi tremila stampe ricevuto in dono dalla famiglia Trivulzio. Una nota apposta dal funzionario incaricato di redigere gli elenchi, che ancora si legge sul Registro di Carico, informa dell’interruzione dei lavori a causa dello sgombero dei materiali. Tutta la documentazione, ad eccezione del Registro di Carico del Gabinetto delle Stampe, sarebbe andata perduta con la distruzione di una parte del Castello, e da quel momento questi materiali sono sempre stati creduti frutto del collezionismo dei Trivulzio.
Solo in tempi recenti (2017), grazie allo studio dei materiali conservati presso l’Archivio della Fondazione Brivio Sforza di Merate, si è potuto scoprire che le stampe e i disegni acquisiti nel 1943 erano stati in realtà raccolti nell’ultimo quarto del Settecento dal principe Alberico XII Barbiano di Belgioioso, membro di una delle più prestigiose e autorevoli famiglie dell’alta società milanese, funzionario del governo austriaco, uno dei più grandi collezionisti a Milano nel suo tempo.
È pertanto stato avviato un lavoro di indagine per rintracciare all’interno delle Raccolte Grafiche del Castello Sforzesco – Gabinetto dei Disegni e “Raccolta delle Stampe A. Bertarelli” – questi nuclei, servendosi degli indizi presenti sulle opere: per i disegni un particolare tipo di montaggio, con una doppia cornice tracciata a penna nera, per le stampe una numerazione progressiva segnata al verso.
L’esito di questa ricognizione, che ha consentito finora il reperimento di tremila opere tra stampe e disegni, tutte schedate e digitalizzate, sarà messo online dal 15 novembre 2022 sul sito delle Raccolte Grafiche:
https://mebic.comune.milano.it/mebic/bertarelli/collezionibertarelli
https://mebic.comune.milano.it/mebic/gabinettodeidisegni/gabinettodeidisegni
 
La collezione di stampe e disegni di Alberico XII Barbiano di Belgioioso d’Este
Primogenito del principe Antonio Barbiano di Belgioioso e di Barbara d’Adda, Alberico XII (Milano, 1725 - Castello di Belgioioso, 1813) è stato uno dei maggiori collezionisti nella Milano di fine Settecento. Dalla sua quadreria provengono la Madonna Litta, oggi all’Ermitage, e la Dama del Pollaiolo del Museo Poldi Pezzoli.
Meno conosciuta è la sua collezione di stampe e disegni, che comprendeva quasi novemila opere, tutte descritte nell’inventario post mortem (1813) stilato dal pittore Giuseppe Bossi, di cui circa un terzo è confluito nelle collezioni civiche milanesi. Ispirata ai grandi modelli delle raccolte internazionali, con stampe tratte dai quadri di Rubens, di Van Dyck, incisioni di Dürer, di Rembrandt, e dei più grandi maestri del bulino, la sua può veramente dirsi Une collection complette d’Estampes come recita il titolo di una delle guide per il collezionista più diffuse al suo tempo (1771).
La raccolta di disegni, pervenuta nella quasi totalità al Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco, è per la maggior parte inedita. La sua formazione è eterogenea. Una parte delle opere proviene dal mercato francese, ma, a differenza della collezione di stampe, quella dei disegni ha carattere sostanzialmente “nazionale”, in linea con le quadrerie lombarde del periodo: oltre alle opere dei suoi contemporanei, tra cui Francesco Londonio, la parte numericamente più consistente afferisce al Seicento. Sono decine i fogli provenienti dalle botteghe dei Procaccini, Camillo, Giulio Cesare e Ercole il Giovane, realizzati nelle più diverse tecniche esecutive. Di grande importanza per la rarità degli autori è un piccolo nucleo di fogli romani legati a Pietro da Cortona, Carlo Maratti e ai loro allievi. Numerose le nuove attribuzioni che si sono potute formulare per il Seicento lombardo, da Carlo Francesco Nuvolone, a Carlo Cornara, fino al Legnanino.
Ma la vera novità è rappresentata dalle presenze del Cinquecento: di Federico Barocci si presenta in mostra, per la prima volta, il frammento di un cartone della Madonna del Popolo (Uffizi), e così pure del giovane Luca Cambiaso si mostra un foglio di grande impatto con una Lotta di tritoni destinata alla decorazione di qualche palazzo genovese. Appartiene infine all’entourage di Pellegrino Tibaldi una grande tavola con il Battesimo di Cristo eseguita con tecnica quattrocentesca (punta metallica su carta preparata).
A corredo delle opere su carta sono inoltre esposti alcuni documenti, tra cui il confesso relativo all’acquisto di un corpus di venti disegni preparatori per un ciclo di affreschi di Giovan Battista Sassi nella Basilica di Sant’Ambrogio (in parte distrutto nei bombardamenti del 1943). Il documento appartiene al Fondo Belgioioso conservato presso l’Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana.
Presente in mostra anche una cassetta di calchi in zolfo dell’incisore di pietre dure Giovanni Pichler, appartenuta ad Alberico Belgioioso e contenente il suo ritratto, oggi conservata al Castello Sforzesco presso il Civico Gabinetto Numismatico.
 
Alberico XII Barbiano di Belgioioso d’Este
La carriera pubblica di Alberico ha preso avvio nel 1753 con la nomina a Decurione di Milano ed è proseguita con vari incarichi militari e politici, spesso di prestigio e di rappresentanza, che gli hanno permesso di viaggiare attraverso le principali città d’Europa e di entrare in contatto con gli ambienti aristocratici e mondani tra Francia, Austria, Prussia e Sassonia, un’esperienza che ha lasciato chiara impronta nella formazione della collezione di quasi novemila stampe, cui afferisce anche il nucleo di circa cinquecento disegni, dal quale provengono quelli esposti in mostra.
Quando nel 1757 ha sposato Anna Ricciarda d’Este, l’ultima discendente dei marchesi d’Este, ne ha acquisito il titolo, fregiandosi dal quel momento anche del cognome, come si legge – «AEDES BELGIOIOSIAE ATESTIAE» – sulla facciata del grandioso palazzo edificato tra il 1772 e il 1781 nel pieno centro della città, a pochi passi dal Duomo, su progetto dell’architetto Giuseppe Piermarini.
Amante e protettore delle lettere e delle arti ed egli stesso dedito alla pratica del disegno su modelli dall’antico come attestano alcuni schizzi a penna oggi in collezione privata, al momento della fondazione dell’Accademia di Belle Arti di Brera, nel 1776, Alberico è stato insignito del prestigioso titolo di Prefetto.
Della committenza, dei contatti con gli artisti e delle dinamiche di formazione della collezione di disegni, offrono esempio le opere raccolte nella prima sezione dell’esposizione.
Fedele agli austriaci, con l’arrivo a Milano dell’esercito francese guidato da Napoleone Bonaparte, nel maggio del 1796 Alberico viene arrestato. Dopo il rilascio si stabilisce nel suo castello di Belgioioso, dove non si è mai privato della compagnia di studiosi e letterati, tra i quali Ugo Foscolo. Qui rimane fino alla morte.
I contemporanei avevano creduto di riconoscere in Alberico il prototipo del “Giovin Signore” protagonista del poemetto di Giuseppe Parini Il Giorno, quale emblema di una società corrotta dai vizi e dai privilegi. In realtà, come argomentano gli studi più recenti, Parini avrebbe collaborato con Alberico in almeno un’occasione, delineando il progetto iconografico di esaltazione dinastica per la decorazione interna del palazzo.
 
Il Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco
Il Civico Gabinetto dei Disegni nasce negli anni Venti del secolo scorso per offrire un’adeguata collocazione alle opere d’arte su carta, che avevano iniziato ad affluire nelle collezioni milanesi a partire dalla metà dell’Ottocento su iniziativa di artisti e di esponenti dell’aristocrazia milanese. Con il tempo il patrimonio si è andato ad arricchire e conta oggi circa 35.000 disegni di maestri italiani e stranieri dal Quattrocento ai giorni nostri, con particolare ricchezza di esempi lombardi.

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