Gaza. L’altro olocausto

«Non vi dirò il mio nome per ora.
Chi lo conosce, lo tenga per sé.
Dopo vedremo.
Perciò chiamatemi Tariq. Tanto per capirci. In arabo significa “colui che bussa alla porta”. Non è male. Solo che qui a Beit Hanoun, cittadina nel nord della Striscia di Gaza, verso l’interno, perché vi possiate orientare, attualmente non ci sono più case,
né porte cui bussare per essere accolti.
E il mio vero nome allora che senso ha?
Ve lo chiedete voi e me lo chiedo anch’io.
Ha senso, ha senso per ricordare, per continuare a custodire la mia vita.
Preservarla dentro.
Almeno per un po’.
Farmi chiamare Tariq mi offre la speranza di potermi rifugiare, per esistere ancora con un nome che porta con sé un destino, e con esso un traguardo...
Ancora.
L’altro nome, perciò, quello mio vero, lasciamolo stare.
La mia necessità attuale è di dormire all’asciutto. Senza che il vento ti lasci impolverato come una trave, o come una salma prima di decomporsi. Così sono costretto a nascondermi. A spostarmi continuamente. Come una bestia braccata.»
Gianfranco Longo – già autore di Srebrenica. Alla foce della notte e Veza Canetti. Autodafé di un amore – torna con un nuovo romanzo: Gaza. L’altro olocausto.
Tra le macerie di una Gaza distrutta dai bombardamenti, Tariq, “colui che bussa alla porta”, nel tentativo di sfuggire alla guerra intraprende un viaggio dalla sua casa di Beit Hanoun verso il mare. In un gioco di rinvii e di narrazioni, ricordi e memorie, in un viaggio dai meandri del conflitto verso la speranza della vita, il lettore è testimone della distruzione che spinge a nascondersi, a cercare un riparo, a cambiare nome e identità, fino a inoltrarsi anche in uno dei tunnel costruiti da Hamas sotto Gaza dove si conducono interrogatori alla ricerca di una Città che diviene l’arcano del luogo, del territorio, di un centro a cui tendere. Riuscirà Tariq a raggiungere il mare? A salvarsi dalla guerra? A trovare una porta capace di aprirsi, capace di accoglierlo, almeno per un po’?
Immagini di Mohammed Ibrahim e Mohammed al Bardawil