RI-ABITARE l’oggi

Intorno al progetto di riuso

Interi paesi fantasma, un patrimonio demaniale in disuso e in cerca di valorizzazione, caserme e carceri obsolete o abbandonate collocate all’interno dei centri urbani, capannoni industriali vuoti e un numero crescente di centri commerciali poco o per niente frequentati nelle aree di connessione tra città e campagna, interi complessi industriali abbandonati, palazzi pubblici e privati di dimensione, organizzazione e dotazione di servizi non adeguati alle esigenze odierne. E ancora, chiese, barchesse, scuole, ex colonie ma anche edifici residenziali del tessuto storico urbano e non, architetture storiche e monumentali dal grande valore culturale da rendere funzionali per i diversi usi attuali: sono diversi e sempre più evidenti gli esempi di un patrimonio da riconsiderare, in un’ottica di riutilizzo sostenibile del costruito inteso come risorsa da non sprecare, su cui convergono molteplici obiettivi europei, quali l’incremento dell’efficienza energetica legata al Green New Deal e il raggiungimento del traguardo di zero consumo di suolo, mediante un riuso selettivo e appropriato dell’esistente.
In Italia, per la storia plurimillenaria e la forte tradizione identitaria caratterizzata dal ruolo significativo del costruito storico, in cui affondano le radici culturali del Paese, queste sfide richiedono lo sviluppo di un pensiero evoluto sul progetto, in cui l’innovazione e la continuità possano integrarsi, confrontandosi con i principi della Dichiarazione di Davos 2018 Verso una Baukultur di alta qualità per l’Europa e del New European Bauhaus. Sono questi i nuovi temi – o temi noti da riconsiderare – che l’architettura contemporanea deve affrontare, sollecitando una riflessione sui modi di intervenire sul patrimonio costruito e sul ruolo esercitato dalle diverse discipline.

Maura Manzelle, progettista, attualmente è Ricercatrice RTD B in Composizione architettonica e urbana presso l’Università Iuav di Venezia, dove si occupa di temi legati alla scala architettonica e territoriale. Laureata allo IUAV, è PhD (Università degli Studi di Genova) in Problemi di metodo nella progettazione architettonica - Teoria dell’Architettura e ha conseguito l’Abilitazione Scientifica Nazionale a professore associato. Dal 1991 insegna presso l’Università Iuav di Venezia, le Facoltà di Architettura di Trieste, Genova, Parma, Ferrara. I suoi progetti e i suoi concorsi, nazionali e internazionali, hanno ottenuto diversi riconoscimenti. Ha elaborato i suoi studi e la sua esperienza progettuale in varie pubblicazioni, svolge attività culturali su temi dell’architettura e della città, e coordina il Centro Studi RI-abitare dell’Università Iuav di Venezia.
 
Francesco Trovò, architetto (IUAV), PhD in Conservazione dei beni architettonici (Politecnico di Milano), è stato a lungo architetto funzionario presso la Soprintendenza ABAP per il Comune di Venezia e laguna, dove ha assunto ruoli diversi di coordinamento, come quello relativo al sito UNESCO “Venezia e la sua laguna”, e ha avuto incarichi in interventi di restauro di importanti edifici pubblici. Dal 2021 è ricercatore RTD B presso l’Università Iuav di Venezia (ICAR 19 - Restauro Architettonico). Svolge attività didattica presso l’Università Iuav di Venezia e presso l’Università Ca’ Foscari. È impegnato in studi e ricerche sull’edilizia storica, sui beni culturali e i cambiamenti climatici. Ha partecipato a convegni internazionali ed è autore di diverse pubblicazioni scientifiche. Fa parte di numerosi comitati scientifici di riviste ed è membro di associazioni che si occupano di beni culturali, come Green Building Council Italia e ICOMOS Italia.

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