La sfida della modernità negli ambienti alpini

Che cosa rappresenta la montagna per l’uomo contemporaneo? Un luogo incontaminato in cui soddisfare il proprio bisogno di immergersi nella natura? O piuttosto industria del turismo, dell’ospitalità, dei grandi impianti? Concezioni così rigide, e in netta contrapposizione, certamente non riflettono la complessità del reale. Non esiste “la montagna” intesa come un unicum indifferenziato, ma un ambiente multiforme in cui convivono realtà differenti: le aree dello spopolamento accanto a quelle della crescita demografica; i territori in crisi economica o in declino produttivo e quelli che hanno saputo rigenerarsi all’interno di sistemi produttivi locali in grado di reggere la sfida della competizione internazionale; aree a vocazione agricola accanto ad aree di sviluppo turistico e, perfino, industriale. La presenza di realtà così differenziate deve indurre a riflettere attentamente sul legame tra reti infrastrutturali, opportunità di insediamenti produttivi, creazione di posti di lavoro, disponibilità di servizi terziari e ripopolamento di quei territori alpini che presentano caratteristiche idonee. Allo stesso tempo, con altrettanto realismo, va accettata l’idea che esistono zone di declino strutturale, irreversibile, fatalmente destinate al progressivo avanzamento della wilderness.
Come documentano la ricerca pubblicata in questo volume e il ricco excursus fotografico che la accompagna, gli interventi contemporanei in ambiente alpino non solo sono possibili, ma auspicabili. La sfida della modernità, che in molti casi ha invertito la rotta del declino, fino a un significativo ripopolamento, si è dimostrata scelta vincente per una lungimirante politica del territorio.

Paolo Feltrin (1953) insegna Scienza dell’amministrazione presso l’Università di Trieste. Ha coordinato la pubblicazione della ricerca parallela Filiere d’Italia. Produzioni e reti dell’agroalimentare (a cura di F. Callegari e M. Valentini, Donzelli, 2014). Tra le pubblicazioni recenti su temi analoghi: Imprese e rappresentanza (con S. Zan, Carocci, 2014), Crescere per competere (con G. Tattara, a cura di, Bruno Mondadori, 2010).

Sergio Maset (1972) dal 2002 al 2008 ha tenuto il corso di Tecniche di elaborazione dati presso l’Università di Trieste. È direttore di Idea Tolomeo, società che opera nel campo della ricerca sociale ed economica. Tra le pubblicazioni recenti su temi analoghi: Le onde lunghe dello sviluppo territoriale del Nord (in P. Perulli, a cura di, Nord. Una città-regione globale, il Mulino, 2012).

Marco Zanta (1962) dal 2006 al 2011 è stato docente di Fotografia presso la Facoltà di Design e Arti dell’Università Iuav di Venezia. Le sue immagini sono state presentate in diverse gallerie e istituzioni internazionali, tra le quali la Maison Européenne de la Photographie a Parigi, il Museo d’Arte Contemporanea di Shanghai, la Fondazione Forma a Milano. Ha esposto più volte alla Biennale d’Arte di Venezia. Ha pubblicato diverse monografie, tra le quali Rumore Rosso (Charta, 2000) e UrbanEurope (Contrasto, 2008).

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